5 maggio 2010
Non sempre finiscono in tragedie, ma quasi sempre finiscono. Almeno otto matrimoni misti su dieci, infatti, non ce la fanno ad andare avanti.
Differenze di mentalità e cultura. Sono troppe le divergenze su come educare i figli.
Così, le nozze tra un italiano o un italiana e uno straniero si sbriciolano più di quelli tra connazionali: 80 per cento dei fallimenti contro poco meno del 50 per cento.
Eppure l’Italia sta cambiando e nei decenni è diventata sempre più multietnica.
Sono ormai 3432651 le presenze di cittadini stranieri nel nostro Paese e ben 1.684.906 le famiglie con almeno un componente non italiano, pari al 6,9 per cento.
Consulta il sito dell'ISTAT per le statistiche
In dieci anni i matrimoni tra stranieri e italiani si sono triplicati. Qui i dati
Un aumento del 300 per cento. Non soltanto. Negli ultimi quattro anni, il numero dei bambini nati da coppie miste è lievitato del 2 per cento. Attualmente, infatti, sono circa 600 mila le convivenze stimate mentre i matrimoni misti hanno ormai superato la quota 200 mila e crescono al ritmo di 6.000 all’anno. Ma ben 4.800 di questi sono destinati al fallimento. E nel giro di pochi anni.
Secondo l’Istat, una coppia mista dura in media 13 anni a Lecce, sette a Milano, cinque ad Ancona. «Queste famiglie reggono quando hanno un reticolo di sostegno, i fratelli, i genitori – spiega Mara Tognetti, docente di Politiche migratorie all’Università Bicocca di Milano –. Altrimenti non ce la fanno. Una coppia mista è un bene prezioso per chi le vive attorno ma è anche più fragile, più osservata dai vicini e ha bisogno di maggiore negoziazione: dai figli, alla gestione dei soldi, tanti sono infatti i motivi di discussione». Ma nonostante le tragedie e le rotture, i matrimoni misti (uno su sette di quelli celebrati) cresceranno sempre di più, assieme ai divorzi. «Sono delle grandi potenzialità – aggiunge Tognetti - ma sono visti come particolari e diversi dalla Chiesa, dai vicini, dai parenti. E così loro tendono ad auto isolarsi o ad essere isolati».
Gli italiani sposano nell’ordine:
Le donne italiane invece, creano una famiglia (13,4 per cento) soprattutto con gli immigrati africani e del Maghreb: senegalesi, tunisini, marocchini.
In forte crescita anche i matrimoni tra due stranieri immigrati (27,5 per cento), un fenomeno dove le separazioni saranno, a detta degli esperti ancora più frequenti visto il loro isolamento. «Non c’è neppure l’italiano che fa da mediatore e la loro storia è molto difficile da sostenere nella società italiana», ammette Tognetti. Ma in questo mosaico di unioni, non c’è soltanto l’amore a farla da padrona. «Ci sono tanti matrimoni che sono fatti per interesse e per ottenere la cittadinanza e negli ultimi anni la situazione è peggiorata», precisa Souad Sbai, deputata del Pdl che lancia la sua proposta: «Molti immigrati pensano di poter fare quello che vogliono in Italia, anche essere poligami e potersi sposare con le italiane per ottenere in poco tempo la cittadinanza. Non hanno l’obbligo di imparare la lingua, la Costituzione, la parità di diritti. E queste ingiustizie verso le donne italiane che sposano gli stranieri vanno eliminate».