L’inflazione annua nell’area euro si è attestata al 2,4% a dicembre 2024, in aumento rispetto al 2,2% registrato a novembre. Un anno prima, il tasso era al 2,9%.
La media per l’anno 2024 (Gennaio 2024 – Dicembre 2024) è del 2,4% in netta discesa rispetto al 2023 e 2022 quando si registrò 5,5% e 8,3% .
Inflazione Unione Europea
Nell’intera Unione Europea, l’inflazione annua è stata del 2,7% a dicembre 2024, in crescita rispetto al 2,5% di novembre e inferiore rispetto al 3,4% di dicembre 2023. Questi dati sono stati pubblicati da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea.
Analisi dei dati per i Paesi membri
I tassi di inflazione più bassi sono stati registrati in:
Irlanda: 1,0%
Italia: 1,4%
Lussemburgo, Finlandia e Svezia: 1,6%
Al contrario, i tassi più elevati si sono osservati in:
Romania: 5,5%
Ungheria: 4,8%
Croazia: 4,5%
Rispetto a novembre 2024, l’inflazione annua è diminuita in sette Stati membri, è rimasta stabile in uno ed è aumentata in diciannove.
Contributo delle principali componenti all’inflazione
Nell’area euro, il contributo maggiore al tasso annuo di inflazione è venuto da:
Servizi: +1,78 punti percentuali (pp)
Alimentari, alcol e tabacco: +0,51 pp
Beni industriali non energetici: +0,13 pp
Energia: +0,01 pp
Stima preliminare e dato definitivo
La stima preliminare di Eurostat aveva indicato un tasso di inflazione del 2,4% per l’area euro a dicembre, confermato dal dato definitivo. Per quanto riguarda le principali componenti, i servizi si confermano il settore con il tasso annuo più alto (4,0%), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,7%), beni industriali non energetici (0,5%) ed energia (0,1%). Questo quadro evidenzia un leggero incremento dell’inflazione, trainato principalmente dai servizi e dai beni di consumo, con dinamiche diverse tra i vari Stati membri.
L’ Istat precisa che “la netta attenuazione dell’inflazione nell’anno appena concluso è per lo più imputabile alla marcata discesa dei prezzi dei Beni energetici (-10,1% da +1,2% del 2023).”
Anche negli alimentari si assiste a un rapido ridimensionamento della dinamica dei prezzi (+2,2% da +9,8%) che tuttavia resta ben al di sopra del tasso di inflazione.
La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano principalmente i prezzi degli Alimentari non lavorati (da +3,8% a +2,3%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,7% a +3,1%); per contro, accelerano i prezzi degli Energetici regolamentati (da +7,4% a +12,7%), mentre si attenua ancora il calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -6,6% a -4,2%).
Nel mese di dicembre 2024 l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera (da +1,9% a +1,8%), come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +2,0% a +1,7%).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +2,3% a +1,7%, mentre accelerano di poco quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,6% a +1,7%).
Ora si dovrà guardare al nuovo anno e capire se la politica economica della BCE ha dato i suoi frutti circa la politica anti inflazione applicata tramite l’aumento repentino dei tassi di interesse che abbiamo visto negli anni scorsi.
Ora dovremmo aspettarci, considerati i dati non negativi dell’inflazione, che i tassi di interesse nell’Area Euro possano tornare a livelli accettabili per favorire investimenti e dare ossigeno a famiglie e imprese.
l tasso di inflazione annuale nell’area dell’euro ha accelerato per il terzo mese consecutivo al 2,4% a dicembre 2024, il tasso più alto da luglio, rispetto al 2,2% di novembre e in linea con le aspettative, hanno mostrato stime preliminari. Qui i dati ufficiali
Questo aumento di fine anno era ampiamente previsto a causa degli effetti base, poiché i bruschi cali dei prezzi dell’energia dell’anno scorso non sono più considerati nei tassi annuali.
I prezzi dell’energia sono aumentati per la prima volta da luglio (0,1% contro -2% a novembre) e l’inflazione è accelerata per i servizi (4% contro 3,9%).
D’altro canto, l’inflazione si è stabilizzata per cibo, alcol e tabacco (2,7%) e si è attenuata per i beni industriali non energetici (0,5% contro 0,6%). Considerando le maggiori economie del blocco, l’inflazione è aumentata in Germania (2,8% contro 2,4%), Francia (1,8% contro 1,7%) e Spagna (2,8% contro 2,4%) ma ha rallentato in Italia (1,4% contro 1,5%). Nel frattempo, l’inflazione di fondo, che esclude i prezzi di energia, cibo, alcol e tabacco, si è stabilizzata al 2,7%. La BCE prevede che l’inflazione tornerà all’obiettivo del 2% entro la fine dell’anno.
Vedremo la BCE a fine dicembre cosa deciderà circa i tassi di interesse.
A dicembre 2024 l’inflazione in Italia resta stabile. È quanto comunicato dalla stima ISTAT su l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi.
L’inflazione registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua, come nel mese precedente.
Il potenziale e i rischi dell’inalazione ripetuta di monossido di carbonio per le prestazioni atletiche
Introduzione all’inalazione di CO:
Il monossido di carbonio (CO) sta attirando attenzione nello sport per la sua capacità di migliorare il trasporto di ossigeno attraverso l’eritropoiesi indotta da ipossia. Si lega all’emoglobina con alta affinità, favorendo aumenti compensativi della massa di emoglobina (Hbmass) e potenziali miglioramenti del VO₂max.
Impatto fisiologico:
Gli studi mostrano che il CO stimola l’attività mitocondriale, aumenta la capillarizzazione e migliora i marcatori proteici per l’adattamento muscolare. Questi effetti imitano i risultati dell’allenamento di resistenza, potenzialmente utili per gli atleti che vogliono ottimizzare l’utilizzo dell’ossigeno.
Risultati sulle prestazioni:
La ricerca evidenzia miglioramenti moderati di Hbmass e VO₂max con protocolli di inalazione di CO. Tuttavia, questi benefici non sempre si traducono in guadagni misurabili nelle prestazioni atletiche, soprattutto negli atleti di alto livello.
Rischi per la salute:
L’elevata affinità del CO per l’emoglobina comporta rischi di ipossia, danni agli organi o persino la morte, soprattutto con un uso non supervisionato. Gli effetti a lungo termine dell’esposizione rimangono inesplorati, creando incertezze sulla sicurezza complessiva.
Questioni etiche e normative:
L’inalazione ripetuta di CO è dibattuta come una forma di doping. La sua capacità di alterare i marcatori biologici complica gli sforzi antidoping. L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) valuta la sua inclusione nella lista delle sostanze proibite, basandosi su rischi per la salute, potenziale miglioramento delle prestazioni e violazioni etiche.
Come si effettua l’inalazione controllata di CO?
Preparazione in un ambiente controllato:
L’inalazione di CO deve essere effettuata in una struttura medica o di ricerca adeguatamente attrezzata.
I dispositivi utilizzati includono bombole di gas certificato medicale e maschere specializzate che regolano la quantità di CO inalata.
Dosaggio preciso:
La concentrazione di CO viene calcolata con estrema precisione per mantenere i livelli di carbossiemoglobina (COHb, emoglobina legata al CO) entro un intervallo sicuro, solitamente tra il 4% e l’8% nei protocolli di ricerca.
Un sovradosaggio può portare a ipossia grave, danni agli organi o morte.
Monitoraggio continuo:
Durante l’inalazione, vengono monitorati parametri vitali come saturazione dell’ossigeno, frequenza cardiaca e livello di COHb nel sangue.
Strumentazioni avanzate analizzano in tempo reale gli effetti del gas sul sistema respiratorio e cardiovascolare.
Durata e frequenza:
Il trattamento varia in base al protocollo di ricerca, ma di solito dura 1 ora al giorno per un periodo di 5-10 giorni.
Perché non farlo da soli?
Rischi immediati:
Il CO si lega all’emoglobina con un’affinità 220 volte superiore all’ossigeno, bloccando il trasporto di ossigeno nel sangue. Senza controllo, può causare perdita di coscienza, danni neurologici o morte.
Necessità di attrezzature specializzate:
I dispositivi per il dosaggio e il monitoraggio non sono accessibili al pubblico e richiedono competenze specifiche per essere utilizzati correttamente.
Potenziale contaminazione:
Le bombole di gas devono essere certificate per uso medico per evitare la presenza di sostanze tossiche o contaminanti.
Effetti a lungo termine sconosciuti:
Gli effetti cronici dell’inalazione di CO non sono ancora completamente compresi e potrebbero includere danni irreversibili agli organi o problemi cardiovascolari.
Regolamentazioni legali:
L’uso non autorizzato di CO per scopi di performance può essere considerato doping ed è vietato dalla World Anti-Doping Agency (WADA).
Come può una sostanza tossica come il monossido di carbonio migliorare la capacità del corpo di trasportare ossigeno?
Effetto primario del CO:
Legame preferenziale con l’emoglobina:
Il CO si lega all’emoglobina (Hb) formando carbossiemoglobina (COHb), che riduce la quantità di emoglobina disponibile per trasportare ossigeno.
Ciò provoca una riduzione dell’apporto immediato di ossigeno ai tessuti, una condizione nota come ipossia.
Alterazione della curva di dissociazione dell’ossigeno:
Il CO sposta la curva di dissociazione dell’ossigeno verso sinistra, il che significa che l’ossigeno legato all’emoglobina viene rilasciato meno facilmente ai tessuti.
Questo peggiora l’ossigenazione immediata, ma crea le condizioni per risposte adattative nel corpo.
Meccanismo adattativo (ipossia indotta):
Quando il corpo percepisce una ridotta disponibilità di ossigeno, attiva una serie di risposte fisiologiche compensatorie:
Eritropoiesi compensatoria:
L’ipossia stimola il rilascio di eritropoietina (EPO), un ormone che aumenta la produzione di globuli rossi.
Il risultato è un aumento della massa totale di emoglobina (Hbmass), che migliora la capacità del sangue di trasportare ossigeno nel lungo termine.
Adattamenti muscolari:
Studi hanno dimostrato che l’inalazione controllata di CO può indurre cambiamenti nei muscoli scheletrici, come:
Aumento della capillarizzazione (più vasi sanguigni per migliorare l’ossigenazione).
Incremento della densità mitocondriale (efficienza energetica cellulare).
Maggiore espressione di proteine coinvolte nel metabolismo dell’ossigeno.
Effetti simil-altitudine:
Questo processo è simile all’allenamento in altura, dove la minore disponibilità di ossigeno induce il corpo a produrre più globuli rossi per compensare.
Sebbene inizialmente il CO riduca la capacità del sangue di trasportare ossigeno, il corpo risponde con:
Adattamenti cronici che migliorano il trasporto dell’ossigeno.
Miglioramento delle capacità di ossigenazione e utilizzo grazie agli effetti compensatori.
Questo approccio funziona solo quando il CO è somministrato in dosi precise e controllate.
In caso di abuso o esposizione non supervisionata, i rischi di tossicità superano di gran lunga qualsiasi beneficio.
L’inalazione di CO è una tecnica sperimentale che deve essere condotta esclusivamente sotto supervisione medica e nell’ambito di protocolli di ricerca autorizzati. Farlo da soli è estremamente pericoloso e potrebbe avere conseguenze fatali.
DECRETO 10 dicembre 2024 – Determinazione del saggio degli interessi legali.
GU n.294 del 16-12-2024
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLA FINANZE
Visto l’art. 2, comma 185, della legge 23 dicembre 1996, n. 662,
recante «Misure di razionalizzazione della finanza pubblica», che,
nel fissare al 5 per cento il saggio degli interessi legali di cui
all’art. 1284, primo comma, del codice civile, prevede che il
Ministro dell’economia e delle finanze puo’ modificare detta misura
sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di
durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di
inflazione registrato nell’anno;
Visto il proprio decreto 29 novembre 2023, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 11 dicembre 2023, n. 288, con il quale la misura
del saggio degli interessi legali e’ stata fissata al 2,50 per cento
in ragione d’anno, con decorrenza dal 1° gennaio 2024;
Visto il decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, concernente
il testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia;
Tenuto conto del rendimento medio annuo lordo dei predetti titoli
di Stato e del tasso d’inflazione annuo registrato;
Ravvisata l’esigenza, sussistendone i presupposti, di modificare
l’attuale saggio degli interessi;
Decreta:
Art. 1
La misura del saggio degli interessi legali di cui all’art. 1284
del codice civile e’ fissata al 2 per cento in ragione d’anno, con
decorrenza dal 1° gennaio 2025.
Il presente decreto sara’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana.
Roma, 10 dicembre 2024
Il Ministro: Giorgetti
L’Agenzia delle Entrate ha recentemente pubblicato, con la circolare n. 22/E del 19 novembre 2024, importanti chiarimenti sul Bonus Natale 2024, introdotto dal Decreto Omnibus e modificato dal Dl 167/2024. Le nuove disposizioni ampliano significativamente la platea dei beneficiari, rendendo il contributo più accessibile per i lavoratori dipendenti con reddito complessivo fino a 28.000 euro.
Cos’è il Bonus Natale?
Il Bonus Natale è un’indennità una tantum riconosciuta ai lavoratori dipendenti con determinate condizioni reddituali e familiari. Per l’anno 2024, le modifiche apportate dal Dl 167/2024 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 novembre 2024) hanno eliminato alcune restrizioni precedenti, semplificando i criteri di accesso.
Le novità principali
Le modifiche più rilevanti riguardano il cosiddetto requisito familiare. Ecco le nuove regole:
Requisito familiare semplificato:
Prima delle modifiche, per accedere al bonus era necessario:
Avere un coniuge non separato legalmente ed effettivamente e almeno un figlio fiscalmente a carico, oppure
Far parte di un nucleo familiare monogenitoriale.
Ora, il bonus è riconosciuto a tutti i lavoratori dipendenti con almeno un figlio a carico, indipendentemente dallo stato civile (coniugato, separato, divorziato, monogenitore o convivente ai sensi della legge n. 76/2016).
Impossibilità di cumulo:
Se entrambi i coniugi o conviventi (non separati legalmente ed effettivamente) sono lavoratori dipendenti, solo uno dei due può richiedere il bonus, nel rispetto degli altri requisiti.
Figli fiscalmente a carico:
Figli fino a 24 anni: reddito complessivo fino a 4.000 euro.
Figli sopra i 24 anni: reddito complessivo fino a 2.840,51 euro.
Come richiedere il Bonus Natale?
Per ottenere il Bonus Natale, il lavoratore dipendente deve rispettare i seguenti requisiti:
Reddito complessivo:
Non superiore a 28.000 euro per l’anno 2024.
Capienza fiscale:
L’imposta lorda deve essere superiore alla detrazione per lavoro dipendente.
Autocertificazione:
Il dipendente deve comunicare tramite autocertificazione:
Di possedere i requisiti richiesti.
Che il coniuge o convivente non benefici della stessa indennità.
Chi ha già presentato la richiesta al sostituto d’imposta non è tenuto a ripresentarla, a meno che non debba aggiornare i dati relativi al convivente.
Quando arriva il bonus?
Il bonus sarà accreditato insieme alla tredicesima mensilità, generalmente a dicembre. Nel caso in cui il bonus non venga riconosciuto in busta paga, il lavoratore potrà recuperarlo tramite la dichiarazione dei redditi 2024, da presentare nel 2025.
Entro quando la presentazione della domanda per Bonus Natale 2024?
La data NON è OGGETTIVA COME LEGGIAMO SU MOLTI SITI WEB (22 novembre 2024 ore 12:00). La data viene decisa dal datore di lavoro
Chi non presenta la domanda entro la scadenza non perderà definitivamente il diritto al Bonus Natale, ma potrà recuperarlo successivamente tramite la dichiarazione dei redditi 2025, riferita ai redditi del 2024.
Molti esperti consigliano di non fare la domanda e aspettare di recuperare il bonus nel prossimo 730.
Le modifiche al Bonus Natale 2024 introdotte dal Dl 167/2024 rappresentano un passo importante verso il sostegno alle famiglie italiane, allargando la platea dei beneficiari e semplificando l’accesso all’indennità. L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 22/E, ha fornito tutti i chiarimenti necessari per garantire una corretta applicazione delle nuove regole.
Eurostat oggi si è pronunciata sulla stima dell’inflazione per ottobre 2024: dovrebbe attestarsi al 2,0% in aumento rispetto all’1,7% di settembre e con un aumento mensile dello 0,3%
Cosa aumenta?
Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, si prevede che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a ottobre (3,9%, stabile rispetto a settembre), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (2,9%, rispetto al 2,4% di settembre), beni industriali non energetici (0,5%, rispetto allo 0,4% di settembre) ed energia (-4,6%, rispetto al -6,1% di settembre).
Commento
L’inflazione annuale nell’area euro ha sorpreso! L’inflazione core è rimasta ostinatamente elevata. Tuttavia, i dati mensili destagionalizzati indicano anche un allentamento delle pressioni sui prezzi minimi. I tagli dei tassi d’interesse da parte della BCE proseguiranno a dicembre.
Secondo le stime preliminari dell’ISTAT, a ottobre 2024 l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, si è mantenuto stabile su base mensile, registrando però un aumento annuo dello 0,9%, in lieve crescita rispetto al +0,7% di settembre.
Questa moderata accelerazione riflette principalmente:
Prezzi dei Beni alimentari: incremento sia dei lavorati (+2,0%) sia dei non lavorati, che registrano un salto significativo da +0,3% a +3,3%.
Beni energetici non regolamentati: riduzione della flessione da -11,0% a -10,2%.
Servizi relativi ai trasporti: aumento da +2,4% a +2,8%.
Queste spinte inflazionistiche sono state in parte attenuate da un rallentamento nei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+2,0% da +10,4%) e dei Servizi ricreativi e per la cura della persona (+3,6% da +4,0%).
📌 Inflazione di fondo stabile
L’“inflazione di fondo” (escludendo energetici e alimentari freschi) rimane invariata al +1,8%, mentre l’inflazione depurata dei soli beni energetici si attesta a +1,9%.
📉 Differenziali e settori
Prezzi dei beni: flessione moderata (da -0,9% a -0,5%).
Prezzi dei servizi: decelerazione da +2,8% a +2,6%.
Carrello della spesa: incremento del +2,2% su base annua.
📈 Indice armonizzato (IPCA)
L’indice armonizzato IPCA segna un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’1,0% su base annua.
Conclusione ISTAT: A ottobre l’inflazione complessiva si conferma in ripresa, con dinamiche variabili nei settori: aumenti nel comparto alimentare e dei trasporti, riduzioni nel settore energetico e nei servizi ricreativi e culturali.
Jannik Sinner, grazie alla straordinaria vittoria in semifinale contro Novak Djokovic del 17 ottobre 2024, ha già messo in tasca un notevole premio di 1,5 milioni di dollari, pari a circa 1.370.000 euro.
Questa somma rappresenta il compenso garantito a ciascun partecipante che raggiunge questa fase del torneo.
Sinner ha battuto Djokovic con il punteggio di 2 set ad 1: 6-2; 6-7 e 6-4 al terzo set.
Con questa vittoria, Sinner conquista la finale dove potrà incassare un montepremi di 6 milioni di dollari, ovvero 5.480.100 euro quasi il doppio rispetto al primo classificato degli US Open, dove il premio per il campione è stato di 3,6 milioni di dollari.
Questo rende evidente come il Six Kings Slam sia uno degli eventi tennistici più ricchi del panorama mondiale, con cifre da capogiro in palio.
Caro CHATGPT analizzando i dati attuali dei tassi Euribor cosa mi consigli?
Se dovessi analizzare una tabella che illustra i dati Euribor attuali, utilizzati per il calcolo della rata per un prestito per un mutuo casa, considerando che sono un umano, farei queste analisi chiave per comprendere la fattibilità del mutuo e determinare la mia capacità di ottenere un prestito:
1. Tassi Euribor:
I tassi Euribor rappresentano l’interesse base che potrebbe essere applicato a un mutuo a tasso variabile. Nell’immagine sono presentati i tassi per diverse durate: 1 settimana, 1 mese, 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi.
Per esempio, il Euribor a 12 mesi è 2,717% il 17/10/2024, in netto calo rispetto all’anno precedente (4,16% il 17/10/2023, con una variazione del -34,69%).
2. Variazioni rispetto al periodo precedente:
Le variazioni percentuali rispetto al giorno precedente sono riportate per ciascun tasso. Ad esempio, il Euribor 1 settimana ha avuto un aumento dello 0,78%, mentre il Euribor 1 mese è sceso dell’1,03%.
Queste variazioni sono importanti per capire se i tassi stanno aumentando o diminuendo, il che potrebbe influenzare la decisione di stipulare un mutuo a tasso variabile. Un aumento potrebbe indicare una tendenza al rialzo.
3. Variazioni su base annua:
L’immagine mostra anche le variazioni rispetto all’anno precedente. Per esempio, il tasso Euribor a 12 mesi è sceso del 34,69% rispetto al 17/10/2023, indicando un netto miglioramento per chi ha mutui legati a questo tasso.
4. Media dei tassi:
Sono fornite le medie dei tassi attuali e passati, utili per valutare la tendenza generale dei tassi negli ultimi mesi e anni.
Per esempio, la media per il Euribor a 12 mesi nel 2024 è 3,467%, mentre nel 2023 era 3,869%, con una variazione negativa del -10,39% rispetto all’anno scorso.
5. Scelta del tasso più vantaggioso:
Se fossi alla ricerca di un mutuo a tasso variabile, il Euribor a 12 mesi potrebbe essere la scelta più conveniente attualmente, essendo il più basso con 2,717%, e con una tendenza al ribasso rispetto all’anno precedente. Tuttavia, dovrei considerare se la mia banca offre un mutuo basato su questo indice e valutare le prospettive future.
6. Previsioni e Strategie:
Considerando che i tassi Euribor sono scesi drasticamente rispetto all’anno precedente, potrebbe essere un buon momento per stipulare un mutuo, soprattutto se si prevede che i tassi restino bassi nel futuro immediato. Tuttavia, se si ha un orizzonte temporale a lungo termine, potrebbe essere saggio discutere con un consulente finanziario per valutare l’opportunità di bloccare un tasso fisso a livelli bassi.
In sintesi, farei una valutazione del mio budget, delle prospettive economiche e dei possibili scenari futuri, confrontando diverse offerte di mutui e riflettendo se conviene scegliere un tasso fisso o variabile, visto il calo recente dei tassi variabili.
A settembre l’inflazione scende a +0,7%, il livello più basso del 2024
Sono i beni energetici che spingono in basso l’inflazione con -8,7% da -6,1% di agosto, ma risente anche del rallentamento su base tendenziale dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto). La variazione rispetto ad Agosto scorso -0,2 per cento.
Tabella ultimi dati dell’inflazione in Italia
N
Periodi
Inflazione
annua
Inflazione
mensile
1
Gennaio-2023 Gennaio-2024
0,8%
0,3%
2
Febbraio-2023 Febbraio-2024
0,8%
0,1%
3
Marzo-2023 Marzo-2024
1,2%
0,0%
4
Aprile-2023 Aprile-2024
0,8%
0,1%
5
Maggio-2023 Maggio-2024
0,8%
0,2%
6
Giugno-2023 Giugno-2024
0,8%
0,1%
7
Luglio-2023 Luglio-2024
1,3%
0,4%
8
Agosto-2023 Agosto-2024
1,1%
0,2%
9
Settembre-2023 Settembre-2024
0,7%
-0,2%
–
Variazione Media
0,9%
0,1%
L’inflazione media resta allo 0,9 per cento anche per settembre.
I prezzi degli alimentari però aumentano lievemente il loro ritmo di crescita su base annua, contribuendo all’accelerazione dei prezzi del “carrello della spesa” (+1,0% da +0,6%).
A settembre l’inflazione di fondo scende a +1,8% (dal +1,9% registrato negli ultimi tre mesi).
Nel mese di settembre 2024, l’Indice dei Prezzi al Consumo per tutti i consumatori urbani (CPI-U) negli Stati Uniti è aumentato dello 0,2% su base destagionalizzata, mantenendo lo stesso tasso di crescita registrato nei mesi di agosto e luglio. Negli ultimi 12 mesi, l’indice complessivo è aumentato del 2,4%, il tasso più basso dal febbraio 2021.
L’indice per l’alloggio è cresciuto dello 0,2%, mentre l’indice per il cibo è aumentato dello 0,4%, rappresentando insieme oltre il 75% dell’aumento mensile complessivo. In particolare, l’indice per il cibo a casa è salito dello 0,4%, mentre il cibo fuori casa ha visto un aumento dello 0,3%. Tuttavia, l’indice dell’energia ha registrato un calo dell’1,9%, dopo una diminuzione dello 0,8% il mese precedente.
Escludendo cibo ed energia, l’indice è aumentato dello 0,3%, con aumenti nei settori abitativi, assicurazioni per veicoli, assistenza sanitaria, abbigliamento e tariffe aeree. Al contrario, i settori ricreativo e delle comunicazioni hanno visto una diminuzione.
Nel complesso, l’inflazione annuale del 2,4% indica una moderazione significativa, segnalando un miglioramento rispetto ai livelli più elevati osservati negli ultimi anni. Tuttavia, settori come l’alloggio e il cibo continuano a esercitare pressioni inflazionistiche, anche se contenute. Il calo dei prezzi energetici e la riduzione generale dell’inflazione rappresentano elementi positivi, ma la situazione rimane complessa, soprattutto per quanto riguarda l’inflazione “core” (al netto di cibo ed energia), che è ancora al 3,3%.
Giudizio
La situazione appare moderatamente positiva. Il calo dell’inflazione complessiva e dei prezzi dell’energia è un buon segnale per l’economia, ma l’aumento costante dei costi di beni essenziali come l’alloggio e il cibo può continuare a pesare sui consumatori. La riduzione dell’inflazione annuale è certamente un progresso, ma è necessario monitorare attentamente l’evoluzione dei prezzi dei beni di prima necessità.
Ora si attende la mossa della FED che potrebbe vedere al ribasso i tassi di interesse
Inflazione in calo a settembre 2024 da 2,2% di agosto a 1,8% di settembre
Secondo la stima Eurostat l’inflazione annuale nell’area dell’euro dovrebbe attestarsi all’1,8% a settembre 2024, in calo rispetto al 2,2% di agosto.
Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, si prevede che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a settembre (4,0%, rispetto al 4,1% di agosto), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (2,4%, rispetto al 2,3% di agosto), beni industriali non energetici (0,4%, stabile rispetto ad agosto) ed energia (-6,0%, rispetto al -3,0% di agosto).
Il valore 1,8% è il più basso da maggio 2021 quando l’inflazione era uguale a 2,0%.
I dati dell’inflazione annua in Area Euro da gennaio 2023
A settembre 2024 l’inflazione in Italia ha registrato una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento dello 0,7% su base annua.
Questo dato segna un rallentamento rispetto all’inflazione dell’1,1% di agosto, portando il tasso di crescita dei prezzi al livello più basso dall’inizio dell’anno.
Motivi del Rallentamento
La principale causa di questa decelerazione è stata la discesa dei prezzi dei beni energetici. I beni energetici regolamentati hanno visto una riduzione del tasso di crescita dal +14,3% di agosto al +10% di settembre. Ancora più marcata è stata la flessione dei beni energetici non regolamentati, come benzina e gasolio, i cui prezzi sono diminuiti dell’11,0%, contro il -8,6% di agosto.
Parallelamente, si è osservata una diminuzione nel ritmo di crescita dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (dal +4,5% al +4,0%) e dei servizi relativi ai trasporti (dal +2,9% al +2,5%). Tuttavia, l’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari, sia lavorati che non, ha parzialmente compensato questo calo, con i beni non lavorati che sono passati da un -0,5% a un +0,3%, e i lavorati da un +1,5% a un +1,8%.
L’Inflazione di Fondo
Un altro indicatore significativo è l’inflazione di fondo, che esclude dal calcolo i beni energetici e alimentari freschi. A settembre, questo valore è sceso all’1,8%, leggermente inferiore rispetto all’1,9% di agosto. Se escludiamo solo i beni energetici, l’inflazione si attesta al 1,7%.
Settori in rallentamento e accelerazione
La dinamica dei prezzi dei beni e dei servizi mostra chiaramente il rallentamento dell’inflazione in determinati settori. La flessione è più evidente nei beni, dove si registra un calo dello 0,8%, rispetto al -0,5% del mese precedente. Anche i servizi, sebbene ancora in crescita, vedono una decelerazione (da +3,2% a +2,8%).
Un dato interessante riguarda il cosiddetto “carrello della spesa”, che comprende i beni alimentari, per la casa e la persona. A settembre, questa categoria ha mostrato un’accelerazione dell’inflazione, passando da +0,6% ad +1,1%, riflettendo un incremento nei costi dei beni di uso quotidiano.
L’Inflazione acquisita per il 2024
Guardando al quadro generale del 2024, l’inflazione acquisita per l’intero anno si stima intorno all’1,0%. Questo dato riflette l’andamento medio dell’inflazione fino a settembre e potrebbe influenzare le politiche economiche dei prossimi mesi.
Analisi e riflessioni
La situazione dei prezzi al consumo in Italia a settembre 2024 mostra una dinamica di rallentamento dell’inflazione, principalmente trainata dal calo dei prezzi energetici, che continua a influenzare positivamente il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Tuttavia, la situazione rimane delicata. Il rialzo dei prezzi dei beni alimentari e di quelli per la casa e la persona rappresenta un problema, soprattutto per le fasce di reddito più basse, che risentono maggiormente di queste variazioni.
La decelerazione dei prezzi dei servizi legati ai trasporti e alla cultura può sembrare una buona notizia, ma potrebbe nascondere dinamiche più complesse legate alla domanda debole o a condizioni economiche incerte. La flessione dei prezzi del trasporto aereo e marittimo, ad esempio, potrebbe indicare una diminuzione della domanda dovuta alla ridotta capacità di spesa delle famiglie, e non necessariamente un miglioramento della competitività di questi settori.
In generale, mentre il calo dell’inflazione offre sollievo rispetto agli aumenti dei mesi scorsi, è fondamentale monitorare l’evoluzione dei prezzi nel settore alimentare e dei beni di prima necessità. Un’inflazione troppo bassa, seppur rassicurante in superficie, può essere sintomo di stagnazione economica o di debolezza nella domanda interna.
Il futuro?
Le prospettive per i prossimi mesi dipenderanno molto dall’evoluzione dei prezzi energetici, che, se continueranno a calare, potrebbero mantenere l’inflazione sotto controllo. Tuttavia, un improvviso aumento dei costi dell’energia, legato a fattori geopolitici o a variazioni della domanda globale, potrebbe riportare rapidamente l’inflazione su livelli preoccupanti.
Le autorità economiche dovranno bilanciare con attenzione le politiche monetarie e fiscali per evitare di compromettere la ripresa economica, tenendo d’occhio la spesa delle famiglie e l’andamento dei salari, che in un contesto di bassa inflazione rischiano di rimanere stagnanti.