Inflazione 2018. Cosa ci aspetta?

Quale inflazione ci “toccherà” per il 2018?

L’inflazione in Italia per il 2018 sarà in salita o in discesa?

Intanto vediamo cosa succederà per il 2017. Siamo al termine del 2017 e i dati ci dicono che l’anno che sta arrivando al capolinea avrà quasi certamente un’inflazione media tra 1,1 e 1,3 per cento. Vediamo in dettaglio e con i numeri ipotizzati degli aumenti mensili.

Se l’aumento da novembre 2017 a dicembre 2017 sarà uguale allo +0,2 avremo una inflazione annuale pari a 0,7 per cento (indice NIC con tabacchi) e una inflazione media per il 2017 uguale a 1,2%. Il valore definitivo per il 2017 lo trovi qui. Per provare la previsione dell’inflazione  usa la nostra utility.

Il dato definitivo dell’inflazione media in Italia è stato del 1,2%.

I dati reali ci dicono che da Gennaio 2017 a Novembre 2017 il tasso medio annuo è pari a 1,3 mentre da Novembre 2016 a Novembre 2017 il valore è  stato 1,1 per cento.

Inflazione 2018. Il trend dell'inflazione media in Italia
Inflazione in Italia media annua dal 1955 al 2017

Qui la serie storica dell’inflazione media.

C’è da dire che il valore medio per il 2017 che si andrà a consolidare (questo sarà possibile saperlo solo dopo il 15° giorno del mese di Gennaio 2018 quando l’ISTAT diffonderà il valore per dicembre 2017) potrebbe essere il più alto registrato dal 2013 (si veda la tabella sotto).

ANNO Inflazione media Dettaglio anno
2013 1,2% Dettaglio
2014 0,2% Dettaglio
2015 0,0% Dettaglio
2016 0,1% Dettaglio
2017 1.3% (fino a novembre) Dettaglio

Per il 2018 gli economisti cosa si aspettano relativamente all’inflazione?

Intanto abbiamo una comunicazione ufficiale dell’ISTAT del 30 maggio 2017, dove l’Istituto  comunica per gli anni 2013-2016 gli scostamenti tra realizzazione e previsione
dell’inflazione misurata dall’indice IPCA al netto della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati, nonché la previsione di questo stesso indicatore per gli anni 2017-2020. Per il 2018 viene ben scritto che l’indice IPCA passerà dall’1,1 % del 2017 all’1,3 per cento per il 2018 quindi 0,2 punti in più!

C’è da dire però che le loro previsioni non sono mai state rispettate. questo è ben visibile sulla loro comunicazione.

Il 2018 sarà un anno di “inflazione vivace” visto che i costi di benzina, gasolio auto, elettricità e del metano sono pervasivi e si scaricano sui prezzi finali di quasi tutti i prodotti e i servizi comprati e venduti; si parla poi di rincari del 5% sulle bollette del gas dal mese di gennaio e di 3,5% su quelle della luce. Non si dimentica che molte tariffe sono regolate dal tasso di inflazione programmato attualmente fissato dal Ministero al 1,7 per cento

In generale il costo di tutta l’energia sarà in crescita – Questo è quello che affermano l’Adusbef e Nomisma Energia –  elettricità e metano costeranno 68 euro in più, e l’acqua 45 euro in più.

Il 2017 è stato caratterizzato da una combinazione di solida crescita e bassa inflazione; un contesto ideale in cui l’attività non è né così vivace né così scarsa da causare una netta accelerazione dell’inflazione. Tuttavia, secondo Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders, la situazione dovrebbe cambiare nel 2018.

Inflazione programmata e previsioni di ISTAT, Prometeia e Centro Studi Confindustria 

2017 2018 2019
Inflazione programmata – DEF (d) 1,2% 1,7%
Indice previsionale di inflazione per i contratti nazionali (e) – fonte: Istat 1,1% 1,3% 1,4
Previsioni – fonte Prometeia  1,3% 0,9% 1,3%
Previsioni – fonte Centro Studi Confindustria 1,4% 1,2%

L’inflazione 2018  nell’EURO Zona?

Eurozona in ripresa, ma gli stimoli restano necessari

L’inflazione 2018 aiuterà la rivalutazioni delle pensioni

Per il 2018 l’inflazione  darà una mano ai pensionati? Si è così. Dal prossimo gennaio 2018 le pensioni si rivalutano dell’1,1 per cento. Dopo due anni a inflazione zero dove le pensioni erano ferme,  per il 2018 si vedrà un leggero aumento annuo.
La circolare INPS stabilisce i valori provvisori  per l’IMPORTO DELLE PENSIONI PER L’ANNO 2018
relativamente a Trattamenti minimi, Assegni vitalizi e assegni sociali.
La rivalutazione delle pensioni verrà effettuata sulla base dell’indice di rivalutazione calcolato sui dati Istat definitivi del 2017 e sull’indice di rivalutazione provvisorio per il 2018, con una percentuale di variazione per il calcolo della perequazione sulle pensioni dell’1,1% a partire dal 1° gennaio 2018.

Costo produzione fabbricato residenziale a ottobre 2017

Il Costo di costruzione del fabbricato residenziale a ottobre 2017 su base annua aumenta dello 0,7 per cento

L’Istat comunica che ad ottobre 2017, l’aumento tendenziale del costo di costruzione del fabbricato residenziale su base annua aumenta dello 0,7 per cento e su base mensile dello 0,1.

Questo aumento è  da attribuire, come precisano gli esperti dell’ISTAT, all’incremento dei costi dei materiali (+0,9 punti percentuali).

Qui sotto la tabella con gli ultimi dati (variazioni mensili e annuali) per il 2017

Anno 2017  Var. % Mensile  VAr. Annuale
gennaio 0,2 0,5
febbraio -0,2 0,3
marzo  0,2 0,6
aprile  0,2 0,7
maggio  -0,1 0,5
giugno  0,0 0,5
luglio  0,0 0,5
agosto 0,2 0,7
settembre 0,1 0,7
ottobre (provvisorio) 0,1 0,7

Ulteriori informazioni sull’Indice di Costruzione

Calcolo rivalutazione monetaria con gli indici costruzione fabbricato residenziale

La nota dell’ISTAT per ottobre 2017

Adeguamento canone d’affitto e assegno di mantenimento per novembre 2017

L’ISTAT in data 30 novembre 2017 ha comunicato la stima dei dati dell’INFLAZIONE in Italia per il mese di Novembre 2017.
Il dato comunicato ci ha dato una diminuzione su base mensile  per novembre 2017    dello 0,2%  e un aumento dello 0,9% rispetto a novembre 2016 (a ottobre 2017 fu +1,0%).

Per quanto riguarda l’indice (FOI) per l’adeguamento dell’assegno e del canone di affitto prevediamo che l’aumento  annuale potrebbe essere pari a 0,7 per cento su base annua se il dato dovesse seguire la stessa identica stima dell’inflazione.

La tabella dell’indice FOI per il periodo Gennaio 2017 – Ottobre 2017

Periodo Var%
Gennaio-2016 Gennaio-2017 0,9
Febbraio-2016 Febbraio-2017 1,5
Marzo-2016 Marzo-2017 1,4
Aprile-2016 Aprile-2017 1,7
Maggio-2016 Maggio-2017 1,4
Giugno-2016 Giugno-2017 1,1
Luglio-2016 Luglio-2017 1
Agosto-2016 Agosto-2017 1,2
Settembre-2016 Settembre-2017 1,1
Ottobre-2016 Ottobre-2017 0,9

Qui una panoramica sull’indice FOI

L’ISTAT renderà ufficiali i dati in data 14 dicembre 2017

Stima inflazione novembre 2017:diminuisce su base mensile  dello 0,2%  e aumenta dello 0,9% in un anno

La stima dell’ISTAT sui dati dell’inflazione per novembre 2017  dice che diminuisce su base mensile  dello 0,2 per cento  e aumenta dello 0,9% rispetto a novembre 2016 (a ottobre +1,0%).

L’ISTAT nel comunicato ufficiale comunica che

“L’ulteriore lieve frenata dell’inflazione (per il terzo mese consecutivo) si deve per lo più al rallentamento, dal lato dei beni, della crescita dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+3,2% da +3,8% di ottobre) e, dal lato dei servizi, dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,9% da +1,4%), mitigato dall’accelerazione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+5,0% da +4,3% del mese precedente)”

Inoltre precisa  che 

La diminuzione su base mensile dell’indice generale è dovuta prevalentemente al calo, influenzato da fattori stagionali, dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-1,0%), solo in parte bilanciato dall’incremento dei prezzi dei Beni energetici non regolamenti (+1,3%), spinti dal rialzo di quelli di carburanti e gasolio.

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto salgono dello 0,3% in termini congiunturali e dell’1,7% in termini tendenziali (come ad ottobre).

Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,2% su base mensile e aumenta dell’1,1% su base annua (come ad ottobre).

Per l’indice FOI Rivaluta.it ha ipotizzato una variazione annua dello 0,9 per cento.


Il comunicato ufficiale ISTAT della stima sull’inflazione  per novembre 2017

Overview inflazione ITALIA

Prevedi l’inflazione con la nostra utility

Differenze e finalità degli indici Istat NIC, FOI e IPCA

L’ISTAT pubblica  tre indici: NIC, FOI e IPCA

Essi hanno hanno finalità differenti. Cerchiamo di conoscere queste differenze.

Il NIC è utilizzato come misura dell’inflazione a livello dell’intero sistema economico; in altre parole considera la collettività nazionale come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono molto differenziate.

Il FOI si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente. È l’indice generalmente usato per adeguare periodicamente i valori monetari, ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato.

L’IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. Infatti, viene utilizzato come uno degli indicatori per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell’Unione europea. L’indice viene calcolato e pubblicato dall’Istat e inviato all’Eurostat mensilmente secondo un calendario prefissato. L’Eurostat, a sua volta, diffonde gli indici armonizzati dei singoli paesi dell’Ue ed elabora e diffonde l’indice sintetico europeo, calcolato sulla base dei primi.

Cosa hanno in comune gli indici NIC, FOI e IPCA?

I tre indici hanno in comune i seguenti elementi:

  • la rilevazione dei prezzi;

  • la metodologia di calcolo;

  • la base territoriale;

  • l’articolazione del paniere in 12 divisioni di spesa.

Per cosa differiscono i tre indici NIC, FOI e IPCA?

I tre indici differiscono per altri specifici aspetti. In particolare, NIC e FOI si basano sullo stesso paniere e si riferiscono ai consumi finali individuali indipendentemente se la spesa sia a totale carico delle famiglie o, in misura parziale o totale, della Pubblica Amministrazione o delle istituzioni non aventi fini di lucro (ISP). Il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso nei due indici, a seconda dell’importanza che i diversi prodotti assumono nei consumi della popolazione di riferimento.

Per il NIC la popolazione di riferimento è l’intera popolazione;

per il FOI è l’insieme di famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente.

L’IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici poiché si riferisce alla spesa monetaria per consumi finali sostenuta esclusivamente dalle famiglie (Household final monetary consumption expenditure); esclude, inoltre, sulla base di regolamenti comunitari, alcuni prodotti come, ad esempio, le lotterie, il lotto e i concorsi pronostici.

Un’ulteriore differenziazione fra i tre indici riguarda il concetto di prezzo considerato: il NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita.

L’IPCA si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico delle famiglie.

Inoltre, l’IPCA tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi, sconti e promozioni). Tale caratteristica può determinare in alcuni mesi dell’anno andamenti congiunturali sensibilmente diversi da quelli degli | 18 indici NIC e FOI. Gli indici nazionali NIC e FOI sono prodotti anche nella versione che esclude dal calcolo i tabacchi, ai sensi della legge n. 81 del 1992.


Una tabella di confronto delle variazioni percentuali negli ultimi tre anni degli indici NIC, FOI e IPCA

La sezione Prezzi sul sito dell’ISTAT sarà sicuramente utile per i tuoi approfondimenti

Come calcolo coefficiente e variazione tra indici Istat?

Impariamo il calcolo del coefficiente e della variazione percentuale

Il coefficiente ISTAT di rivalutazione monetaria  si ottiene dividendo gli indici comunicati mensilmente dall’ISTAT.

Calcolo coefficiente Istat

In che modo e con quale criterio? Facciamo un esempio.

A gennaio 2017 l’indice ISTAT è risultato pari a:100,6

A ottobre 2016 l’indice ISTAT è risultato pari a:100

Per ottenere il coefficiente di rivalutazione si divide l’indice del periodo più attuale (100,6) per quello meno attuale (100).

coefficiente=100,6/100

il coefficiente sarà uguale a 1,0060

Per la variazione percentuale invece si moltiplica per 100 il coefficiente  e si sottrae 100.

Var% = (1,0060 * 100) – 100 

Nel nostro esempio quindi la var% sarà uguale a 0,6%.

L’approssimazione numerica per la variazione percentuale è per regola ad una cifra.

Nel caso gli indici non dovessero appartenere  alla stessa base (un esempio potrebbe essere il periodo 01/01/1980 al 31/12/2005) l’indice relativo al periodo “maggiore” dovrà essere moltiplicato per il coefficiente di raccordo che l’Istat comunica e indicato ove necessario nei calcoli.

Per il calcolo di variazioni tra indici su basi diverse è necessario l’utilizzo di coefficienti di raccordo tra
basi.

Ma come si calcola l’indice di raccordo?

Il coefficiente di raccordo  è calcolato dividendo l’indice medio annuo dell’anno di cambio di base per 100 ed è espresso con 3 decimali.

I coefficienti di raccordo da utilizzare per il calcolo di variazioni sono tanti quanti sono i cambiamenti di base verificatisi nell’intervallo di tempo considerato.

Consigliamo di leggere la nota metodologica ISTAT per il calcolo delle variazioni tra indici espressi sulla medesima base e su basi diverse)

Per un aiuto sui calcoli visita anche l’help.

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Calcola variazione percentuale tra due valori

 

ISTAT – Costo di Costruzione per il fabbricato residenziale a dicembre 2016

A dicembre 2016 gli indici del costo di costruzione aumentano dello 0,3% per il fabbricato residenziale.

In media annua l’indice del costo di costruzione per il 2016 aumenta dello 0,3% rispetto all’anno precedente per il fabbricato residenziale.

A dicembre 2016, il contributo maggiore all’aumento del costo di costruzione del fabbricato residenziale è da attribuire all’incremento dei costi dei materiali (+0,3 punti percentuali).

Qui puoi effettuare i tuoi calcoli

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