A luglio 2023 l’inflazione rallenta ancora: 5,9%

A luglio 2023 prosegue la fase di decelerazione dell’inflazione, che è scesa al di sotto del 6% (+5,9%), mantenendo la stabilità dei prezzi nel contesto economico attuale. La stima Istat era stata del 6%.

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Tabella dati Inflazione Italia da Giugno 2022 a Luglio 2023

N Periodo Var.% mese Var% anno
1 Luglio 2023 0% 5,9%
2 Giugno 2023 0% 6,4%
3 Maggio 2023 0,3% 7,6%
4 Aprile 2023 0,4% 8,2%
5 Marzo 2023 -0,4% 7,6%
6 Febbraio 2023 0,2% 9,1%
7 Gennaio 2023 0,1% 10%
8 Dicembre 2022 0,3% 11,6%
9 Novembre 2022 0,5% 11,8%
10 Settembre 2022 8,9% 0,3%
11 Agosto 2022 0,8% 8,4%
12 Luglio 2022 0,4% 7,9%
13 Giugno 2022 1,2% 8%

La decelerazione dell’andamento inflazionistico è principalmente attribuibile al rallentamento della crescita annuale dei prezzi nei settori dei Servizi legati ai trasporti (passando dal +4,7% al +2,4%), dei Beni energetici non regolamentati (scendendo dall’8,4% al 7,0%), degli Alimentari lavorati (riducendosi dall’11,5% al 10,5%) e, in misura minore, degli Altri beni (passando dal +4,8% al +4,5%).

Anche la contrazione dell’andamento annuale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati si è ampliata (da -29,0% a -30,3%). Questi effetti sono stati in parte bilanciati dalle pressioni al rialzo sui prezzi degli Alimentari non lavorati (che sono passati dal +9,4% al +10,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (aumentati dal +3,5% al +3,6%).

L’indice di “inflazione di fondo”, escludendo gli effetti degli energetici e degli alimentari freschi, continua a decelerare (riducendosi dal +5,6% al +5,2%), così come l’indice che esclude solo i beni energetici (dal +5,8% registrato a giugno al 5,5%).

La crescita dei prezzi dei beni su base annua si attenua (dal +7,5% al +7,0%), così come quella dei prezzi dei servizi (dal +4,5% al +4,1%), portando il divario inflazionistico tra il settore dei servizi e quello dei beni a -2,9 punti percentuali, rispetto al -3,0 di giugno.

I prezzi dei Beni alimentari per la cura della casa e della persona mostrano un rallentamento su base tendenziale (dal +10,5% al +10,2%), così come quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (dal +5,7% al +5,5%).

La stabilità congiunturale dell’indice generale riflette le dinamiche opposte di diverse componenti: da un lato, la crescita dei prezzi degli Alimentari lavorati (+0,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, nonché dei Servizi legati ai trasporti (+0,4% ciascuno, influenzati anche da fattori stagionali), dei Beni non durevoli e dei Servizi vari (+0,3% ciascuno); dall’altro lato, la diminuzione dei prezzi degli Energetici sia regolamentati (-1,8%) che non regolamentati (-1,3%), degli Alimentari non lavorati (-0,8%) e dei Tabacchi (-0,6%).

L’inflazione accumulata per il 2023 rimane stabile al +5,6% per l’indice generale e si attesta al +5,1% per la componente di fondo.

L’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IPCA) registra una diminuzione dell’1,6% su base mensile, principalmente a causa dei saldi estivi non considerati nell’IPC, e segna un aumento del 6,3% su base annua (in rallentamento rispetto al +6,7% di giugno); la stima preliminare era del +6,4%.

L’Indice Nazionale dei Prezzi al Consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), esclusi i tabacchi, mostra un modesto incremento dello 0,1% su base mensile e un aumento del 5,7% su base annua.

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