(AGI) - Berlino, 18 dicembre 2008
La Banca centrale europea e’ preoccupata per le sorti dell’euro e ritiene che la politica dei tassi di interesse troppo bassi non debba durare in eterno.
Lo afferma in un’intervista al mensile economico ‘Manager Magazin’ il capo economista della Bce, Juergen Stark, secondo il quale “non appena la crisi sara’ passata, i governi e le banche centrali dovranno imboccare una strada restrittiva. I tempi del denaro a troppo buon mercato non possono e non devono durare in eterno”.
Stark sottolinea che per fronteggiare la crisi attuale “i governi hanno attuato programmi di spesa che mettono in ombra tutto cio’ che si e’ visto finora. Dobbiamo stare molto attenti, affinche’ una politica del genere non conduca di nuovo ad eccessi e ad una crescente inflazione”. Stark considera “del tutto eccessiva” l’ipotesi che uno Stato dell’Ue possa finire in bancarotta, ma aggiunge tuttavia di essere “molto preoccupato” per il fatto che “negli anni buoni del passato molti Stati membri non hanno adottato misure preventive, con la conseguenza che gia’ nel 2008 parecchi di essi sfonderanno la soglia del 3 per cento nel rapporto deficit/Pil”.
“Nel 2009 - spiega - vedremo deficit pubblici ancora piu’ ampi, dobbiamo dunque essere adesso molto prudenti, poiche’ esiste il pericolo che vengano distrutte le regole di politica finanziaria. Il Patto di Stabilita’ e’ un importante pilastro dell’Unione monetaria. Non possiamo permettere che questa a’ncora di fiducia nella sostenibilita’ delle finanze pubbliche venga allentata, se non addirittura vederla persa”.
Alla domanda che alcuni Paesi come Grecia e Italia devono servire interessi molto piu’ elevati per i loro titoli di Stato, Stark replica che “molti Paesi non hanno fatto i loro compiti a casa e adesso hanno deficit elevati ed un alto indebitamento.
Secondo le previsioni della Commissione europea, molti Paesi dovranno fare grossi balzi nel grado di indebitamento tra il 2008 ed il 2010 ed in questi non sono nemmeno compresi i grossi pacchetti di salvataggio per il settore bancario”.
Stark arriva perfino ad ipotizzare un intervento del Fondo monetario internazionale (Fmi) per evitare che un Paese di Eurolandia finisca in bancarotta. “In un caso simile l’indebitamento statale deve essere ristrutturato - spiega - apportando in questi Paesi fondamentali correzioni economiche. In questo senso l’Fmi potrebbe essere d’aiuto. Io non vedo alcun problema nell’inviare l’Fmi in un Paese o in un altro.
Per l’Unione monetaria questo non e’ alcun problema”.
Periodo | Var% |
Novembre-2016 Novembre-2017 | 0,9 |
Dicembre-2016 Dicembre-2017 | 0,9 |
Gennaio-2017 Gennaio-2018 | 0,9 |
Febbraio-2017 Febbraio-2018 | 0,5 |
Marzo-2017 Marzo-2018 | 0,8 |
Periodo | Var% |
Gennaio-2017 Gennaio-2018 | 0,9 |
Febbraio-2017 Febbraio-2018 | 0,5 |
Marzo-2017 Marzo-2018 | 0,7 |
Aprile-2017 Aprile-2018 | 0,4 |
Maggio-2017 Maggio-2018 | 0,9 |
Giugno-2017 Giugno-2018 | 1,2 |