Buoni postali, attenzione a non dimenticarvene

Investimenti:buoni postali, attenzione a non dimenticarvene

Dopo dieci anni dalla scadenza vanno in prescrizione. la legge che ridusse gli interessi e la sentenza che ne esclude i buoni a termine.
tutte le serie cartacee ancora in circolazione e i loro rendimenti

Estate, tempo di buoni postali. non perchè gli interessi "maturino" solo in questo periodo, quanto piuttosto perchè, complice anche la recente sentenza della cassazione, - che ha dato torto alla poste sui rendimentio dei buoni postali a termine emessi quando le condizioni erano già state modificate da oltre due anni - chi ha dei titoli di vecchia data sta ponendosi dubbi sul loro rendimento e sull'importo che andrà ad incassare. e visto che nella loro lunga vita hanno subìto qualche traversia, abbiamo pensato di fare il punto della situazione per vedere quanto valgono oggi i "vecchi" buoni cartacei, ossia quelli emessi fino alla serie q, serie che ha esordito nel 1986 e segnato un vero e proprio spartiacque nella storia del risparmio postale perchè ha cambiato le regole anche per i titoli già emessi.

Con la serie q sono stati di fatto cancellati e ritoccati all'ingiù gli interessi segnati sul retro dei buoni precedenti, che oggi rendono molto meno di quanto indicato.

Dopo quell'emissione, invece, non ci sono stati più cambiamenti e i buoni garantiscono esattamente quello che promettono.

Il 1986, l'anno dello shock 

Il vero punto di svolta per la vita dei buoni ordinari (di cui la recente sentenza della cassazione non si occupa) è stato dunque il 1986.

Fino al 13 giugno di ventun anni fa, infatti, i buoni non avevano mai dovuto subire scossoni in oltre 60 anni di onorata presenza sul mercato - la prima emissione risale al regio decreto 26 dicembre 1924, n. 2106 - mantenendo assolutamente inalterate le loro caratteristiche. le diverse serie si erano susseguite negli anni o nei decenni anche nel dopoguerra - la serie i, ad esempio è stata emessa dal 1953 al 1970 - e, come previsto, ad una nuova serie corrispondeva un rialzo o un ribasso dei tassi.

Nulla, dunque, nulla sembrava turbare la tranquillità del titolo facendone uno degli investimenti preferiti dai risparmiatori che volevano dormire sonni tranquilli ma non proprio tenere i soldi nel materasso. una tranquillità garantita fino al 13 giugno 1986, data del primo e unico decreto del tesoro che ha ridotto d'autorità i rendimenti dei titoli già in circolazione equiparandoli a quelli della serie di nuova emissione. e, come se non bastasse, con lo stesso decreto è arrivata anche la tassa sugli interessi (questa non retroattiva.

Interessi ribassati d'autorità

Un decreto inattaccabile dal punto di vista legate: era prevista la possibilità di ritoccare gli interessi dei titoli già in circolazione.però c'erano stati due rialzi in precedenza, ma modifiche peggiorative mai.

Così l'esordio sul mercato nella nuova serie q è stato un vero shock per i possessori dei buoni: tutti i buoni delle serie precedenti sono stati considerati come rimborsati alla data del 31/12/86, ed il relativo montante (capitale più interessi maturati) riconvertito automaticamente nella nuova serie dal primo gennaio 1987, facendo perdere fino a quattro punti di rendimento.il ribasso retroattivo è una misura mai più applicata in seguito, e la stessa legge che lo aveva permesso non è più in vigore dal 2000, per cui tutte le emissioni successive, oltre che la stessa q, assicurano esattamente quello che è scritto nel retro dei titoli, tasse a parte.

L'arrivo della tassazione

Il decreto del 1986, infatti, non ha riguardato solo il settore del risparmio postale ma ha anche introdotto la tassazione sui rendimenti di tutti i titoli pubblici, compresi, appunto, i buoni postali.

La tassazione è stata applicata con un meccanismo graduale per cui tutti i buoni emessi prima del 21/09/1986 sono esenti da qualsiasi ritenuta; quelli emessi fra il 21/9/86 ed il 31/8/87 sono soggetti a ritenuta fiscale sugli interessi del 6, 25%, quelli emessi dal 01/09/87 in poi subiscono la ritenuta del 12, 50% con coefficiente di rettifica (il cosiddetto equalizzatore fiscale). infine a partire dal 1° gennaio 2004 agli interessi è applicata un'unica tassazione a titolo di imposta sostitutiva del 12, 50%.

L'abolizione dei ritocchi sui titoli pregressi e la prescrizione decennale
tra le ultime norme che hanno riguardato il buoni, la novità introdotta dal decreto del tesoro del 19/12/2000 che ha ha reso inapplicabile di diritto la norma che consentiva le variazioni di interesse sui buoni già emessi. ciò comporta che il titolo, una volta emesso, mantiene le condizioni economiche della propria serie per tutta la vita senza alcuna possibilità di ritocco. lo stesso decreto ha introdotto la prescrizione decennale per i titoli che quindi non possono più essere incassati dopo dieci anni dalla data di scadenza della serie.

Buoni in circolazione e loro rendimenti

Serie e caratteristiche dei buoni fruttiferi ordinari ancora riscattabili che hanno subito la modifica retroattiva delle condizioni e l'introduzione della tassazione. per le emissioni successive i tassi sono identici a quanto indicato sul retro e la tassazione sugli interessi è al 12,50%

 

 

serie

periodo di emissione

tassazione

rendimento a scaglioni di cinque anni

i

18/11/53 - 19/04/70

esente

8% - 9% - 10, 50% - 12% - 12%dal 1° luglio 1987

l

20/04/70 - 27/09/74

esente

8% - 9% - 10, 50% - 12% - 12%dal 1° luglio 1987

m

28/09/74 - 30/06/76

esente

8% - 9% - 10, 50% - 12% - 12%dal 1° luglio 1987

n

01/07/76 - 31/08/81

esente

8% - 9% - 10, 50% - 12% - 12%dal 1° luglio 1987

o

01/09/81 - 30/06/84

esente

8% - 9% - 10, 50% - 12% - 12%dal 1° luglio 1987

p

01/07/84 - 30/06/86

esente

8% - 9% - 10, 50% - 12% - 12%dal 1° luglio 1987

q

01/07/86 - 20/09/86

esente

8% - 9% - 10, 50% - 12% - 12%

q

21/09/86 - 31/08/87

6,25%

8% - 9% - 10, 50% - 12% - 12%

Quanto vale il tuo Buono Fruttifero Postale?

Home page Banche